Circolano voci secondo cui in Russia potrebbe avvenire un colpo di Stato nei confronti dello zar Putin. Ma è davvero probabile come scenario?
In Russia inizia a dilagare l’idea che il presidente Putin possa – o debba – abbandonare il governo al suo quarto mandato, nel 2024. Alla luce delle recenti sconfitte del Cremlino registrate sul campo di battaglia, a Mosca inizia a dilagare l’idea che il presidente Vladimir Putin possa decidere – o sia costretto – a lasciare il comando.
Il crollo del ponte di Kerch
Nonostante le supposizioni, l’ipotesi del colpo di Stato contro Putin è ancora piuttosto improbabile. Il presidente del Cremlino avrebbe accusato i servizi segreti dell’Ucraina di essere i responsabili dietro all’attacco del ponte di Kerch, che collega la Crimea con la Russia.
Secondo quanto riferito da Mosca, i fatti parlerebbero chiaro. Poco dopo le sei del mattino di sabato 8 ottobre, un camion bomba ucraino, diretto verso la Russia, è esploso. A causa dell’esplosione il ponte è stato “danneggiato” da “vandali ucraini”. Lo avrebbe riferito Vladimir Konstantinov, capo dell’assemblea della Crimea, il parlamento regionale voluto dalla Russia.
Per Putin, l’attacco al ponte è stato un vero e proprio “atto terroristico”. A riportare le sue asserzioni il quotidiano Ria Novosti. Lo zar ha continuato: “Qui non ci sono dubbi. Questo è un attacco terroristico volto a distruggere una infrastruttura civile di importanza critica per la Russia”.
Continua la controffensiva ucraina
Nel frattempo, la controffensiva delle truppe ucraine continua senza sosta, e durante questi ultimi mesi i risultati ottenuti sul campo sembrano aver rovesciato le sorti del conflitto. In questa situazione, gli Usa continueranno a sostenere Kiev nel conflitto. Ad affermarlo il portavoce della sicurezza nazionale Usa John Kirby in un’intervista alla ABC. “Siamo in contatto praticamente ogni giorno con gli ucraini e continueremo a fornire loro assistenza di sicurezza”.
E continua: “Putin ha iniziato questa guerra e Putin potrebbe porvi termine oggi, semplicemente portando le sue truppe fuori dal paese. È piuttosto il contrario: convocando centinaia di migliaia di riservisti, annettendo politicamente o, almeno, tentando di annettere quattro aree dell’Ucraina, ha dimostrato che sta raddoppiando la posta”.
“Putin proprio ora è doppiamente letale – ha osservato Domenico Quirico, a la Stampa – Molto più che prima, quando aveva una possibilità di vincere o di sopravvivere e ragionava politicamente. Ora incarna il tiranno che considera la propria vita come potrebbe farlo un tisico che sembra ancora pieno di forza ma è senza speranza: nell’insieme confuso dei suoi sentimenti, l’odio e la paura mettono un ordine selvaggio, brutale e prendono il carattere di un dovere. L’odio assume l’aspetto di un dovere. Semplicemente si vede davanti quel conto da regolare, gli arretrati di un debito”.